Santuario di Nostra Signora delle Grazie

Eletta ufficialmente Santuario il 18 ottobre 1985, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, originariamente intitolata a San Saturno, sorge probabilmente fra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo.

La facciata è divisa in due ordini. Il primo, risalente al XIII secolo, inquadra il portale con architrave scolpito a girali d’acanto e sormontato da arco di scarico a tutto sesto che al suo interno conserva un’iscrizione recante lo stemma del canonico iglesiente Marco Canavera. 

Il secondo ordine presenta una monofora dalle linee gotiche mentre la parte superiore, in cui si aprono due finestre, è di fattura seicentesca e termina con un timpano conserva una campana recante l’effige di santa Caterina d’Alessandria e la data 1649.

L’interno ha pianta ad aula mononavata con copertura lignea sorretta da cinque archi a sesto acuto.  Nella seconda campata, sul lato sinistro, si trova la grata con una piccola porta che serviva per la comunione delle monache Clarisse dell’annesso monastero, poi soppresso. Sulla parete destra della quinta campata si trova in basso, inserita nel muro, l’iscrizione funebre in memoria del sacerdote cappuccino Benedetto da Iglesias morto nel 1713. Nell’ultima campata si aprono due piccole cappelle laterali. Quella di sinistra dedicata a San Francesco e quella di destra al Sacro Cuore di Gesù.

Sulla parete di fondo, si trova il seicentesco simulacro ligneo di Nostra Signora delle Grazie, venerata dalla comunità iglesiente per aver liberato la città dal flagello delle locuste nel 1735. 

La Festa di N.S. delle Grazie si celebra la seconda domenica di luglio di ogni anno. Durante la celebrazione eucaristica il Sindaco di Iglesias a nome della Municipalità e del popolo iglesiente rinnova l’antico voto alla Madonna rileggendo la Supplica e offrendo un cero come ringraziamento per la liberazione dalle voracissime locuste, che per un ventennio avevano devastato i campi, flagellando una popolazione già provata da siccità e peste.

Nell’altare trova collocazione il grande reliquiario ligneo che venne realizzato da suor Giuseppina Pinna nel 1903 che custodisce le reliquie di san Placido donate al monastero iglesiente nel maggio del 1842 dal papa Gregorio XVI.

Attualmente esposte alla venerazione e disposte nelle pareti della navata si trovano alcune tele di un certo interesse artistico e storico. Meritano, infatti, menzione i quadri raffiguranti rispettivamente san Saturno e la Vergine con Bambino. Il primo è opera di ignoto pittore ed è riconducibile ai secoli fine XVI e inizio e XVII. Il secondo (secc. XVIII – XIX) raffigura la Vergine attorniata dai santi Severo e Severino, Cartoforo e Vittorino che vengono venerati come protettori dei muratori.

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